Autostrade, ferrovie e porti: un paese aperto alla partecipazione straniera
a cura di Eduardo Fiora 

traduzione di Giuliana Giannessi
Lanciato nel settembre di quest'anno da parte del governo Dilma Rousseff, il programma di investimenti in logistica, cerca di attirare i capitali privati, persino di stranieri, di € 80 miliardi; € 18 miliardi per la costruzione di autostrade, € 33 miliardi per le ferrovie, € 18 miliardi per i porti e € 3 miliardi per gli aeroporti.
Le aste delle concessioni dell’autostrada BR 040, tra Brasilia (capitale del Brasile) e Juiz de Fora (nello stato di Minas Gerais) e dell’autostrada BR 163 (stato del Mato Grosso do Sul), saranno effettuate per il 2014.
Per le ferrovie, il nuovo modello di concessione che deve essere praticato separerà chi gestisce l'infrastruttura ferroviaria e chi fa l’operazione del trasporto ferroviario. Il concessionario costruisce e gestisce l'infrastruttura e l'operatore ne acquista il diritto di uso e gestisce il trasporto.
Il sistema permetterà per la ferrovia più operatori, e non solo colui che si è aggiudicata la concessione per fare il lavoro. Chi offre il valore più basso per fare la ferrovia e anche quello dell'operazione otterrà la concessione. Dopo di che, la Valec SA, società pubblica responsabile per le ferrovie brasiliane, pagherà questa somma e poi farà un'offerta pubblica per chiunque voglia utilizzare tale ferrovia.
Sono allo studio vari progetti di terminali privati nei porti e l'aspettativa del governo Dilma Rousseff è che i primi ad essere costruiti inizino i lavori nei primi mesi del 2014. Il contratto di noleggio del porto di Santos (il più grande del paese) attende il rilascio delle pubblicazioni e studi da parte della Corte dei conti (TCU). L'annuncio dei porti di Paranaguà, Bahia e San Sebastian è già nella fase di consultazione pubblica.